La razza certosina è molto antica e molto probabilmente venne portata in Francia intorno al 1100 a bordo delle navi dei mercanti provenienti dalla Turchia e dall’Iran. Sembra infatti che gli antenati del certosino fossero originari delle zone montagnose di questi paesi e che, proprio a causa del clima rigido, avessero sviluppato una pelliccia folta. Alcuni invece, attribuirono il merito dell’importazione dei certosini ai Cavalieri Templari che, al ritorno dalla Terra Santa, si fermavano con i loro gatti per ristorarsi alla “Grande Chartreuse”, il famoso monastero del Massiccio Centrale francese. Si tratta però di una leggenda smentita dal priore della certosa, il quale nel 1972 affermò che nella storia del monastero non vi era alcuna traccia del passaggio di questi gatti. Rimane quindi accreditata la prima ipotesi e gli studiosi sono giunti alla conclusione che il nome della razza fosse da ricercarsi nella bellezza del suo mantello che, nel Settecento, venne paragonato ad una qualità di lana spagnola finissima, conosciuta come “pile des chartreux”. Un pelo davvero unico, quello dei gatti certosini, talmente bello che purtroppo, un tempo, in Francia veniva venduto come pelliccia nelle sartorie e le sue carni destinate all’alimentazione umana.
Le prime tracce scritte di questa razza risalgono al XVIII secolo, grazie al naturalista francese George-Louis Leclerc, conte di Buffon, che lo menzionò nel suo libro Histoire Naturelle con il nome “Gatto di Francia”, mentre Linneo, in una delle sue opere di zoologia, lo definì Felis catus coeruleus, distinguendolo così dal gatto d’Angora. È solo alla fine dell’Ottocento che il certosino fa la sua prima apparizione nelle esposizioni, dove però venne presentato non come razza definitiva, ma insieme agli altri gatti con il mantello blu. Negli anni ’20 del Novecento gli allevatori francesi realizzarono alcuni incroci tra persiani e certosini, a detrimento delle singole caratteristiche di razza.
Il vero programma di allevamento iniziò nel 1926, grazie alle sorelle Léger che a Belle-Île-en-Mer (un’isoletta della Bretagna) furono colpite dalla bellezza di una colonia di gatti blu, curati e nutriti dai frati di un ospizio locale. Riconobbero in questi mici le caratteristiche morfologiche tipiche dei certosini, descritte dal conte di Buffon. Ne prelevarono alcuni soggetti ed iniziarono ad allevarli in purezza. Nel 1931 il certosino fu presentato ufficialmente al Cat Club di Parigi e nel 1939 fu definito il primo standard preciso di razza.
Negli anni ’60 del secolo scorso la selezione di razza dei certosini purtroppo subì un duro colpo. Gli allevatori, nell’intento di “migliorare” il colore degli occhi e la struttura, pensarono bene di effettuare sconsiderati incroci con il persiano e il british blue shorthair. Nel 1970 la FIFé, una delle maggiori associazioni europee, decise di unificare gli standard del certosino con quelli del british, contribuendo in tal modo a creare un danno enorme con il rischio di far estinguere la razza certosina. Solo nel 1977 -grazie alla paziente opera di Jean Simonnet, presidente del Club du Chat des Chartreux, che si batté per sottolineare le significative differenze di razza- i gatti certosini ritrovarono la loro vera identità, per cui la FIFé, sulla base di numerose documentazioni e attestazioni, decise finalmente di separare nuovamente le razze e di proibirne l’ibridazione. La razza è stata riconosciuta da tutte le associazioni europee e anche da quelle statunitensi come la CFA e la TICA.